domenica 7 giugno 2009

Terridi: erezioni comunali

Come in tutte le democrazie che si rispettino, anche a Terridi il sovrano lascia libertà di parola e di pensiero ai propri sudditi.
E come in tutte le democrazie che si rispettino esistono vari modi di intendere la politica;
Ecco che per il rinnovo del consiglio comunale della città-stato di Terrìdi, i cittadini si sono organizzati in cinque diverse liste, tutte, logicamente, aventi come candidato a Sindaco, la stessa persona: il monarca assoluto sindaco e faraone.

Le cinque liste sono:

Finalmente Terrìdi








Terrìdi nel fegato






Il Polpo del centro destra per Terrìdi








Terrìdi resuscitàda







Bodàle per Terrìdi

Terridi dalla fondazione ad oggi

Il borgo marinaro di Terridi, citato anche da Plinio il Vecchio nel suo Voyage in Sardinia, sorge sulla sponda nord di quello che fu, nei secoli passati, il porto di Sa Sea. Di fondazione nuragica, conobbe splendore e ricchezza grazie ai giacimenti aurei dei suoi territori e per la genialità dei suoi abitanti. Da qui partivano i bastimenti che trasportavano la famosa Malvasia di Terridi e su Pane Carasàdu (tipico di Terridi) nel resto del mondo.
E' con l'arrivo dei Fenici però che Terridi conosce il boom turistico diventando così quell'incantevole località balneare che tutti noi oggi frequentiamo.

Indomite e mai sottomesse agli invasori romani le evolute popolazioni dell'impero Terridinco diedero vita ad un corpus di leggi, usi e costumi talmente all'avanguardia da essere tutt'ora oggetto di studio; questo periodo segna la nascita dell'epoca giudicale Sarda, il periodo di massimo splendore sociale, economico e culturale che la Sardegna abbia mai conosciuto. Ricordiamo come il Giudicato di Terridi, sotto la guida dei Malas-Farràscas, sia riuscito col tempo a riunire sotto un unico vessillo tutti i 5 giudicati sardi e a dar luogo al Regnu de Sardinia.

Figlio di un armatore locale, Pancrazio Coloforo, Cristombolo, grazie anche dall'ambizione dei reali e alle loro sovvenzioni economiche, partì da Terridi il 4 luglio del 1492 con tre navi, la Pinta, la Nina e la Santa Cadrina alla volta delle indie, ma sbagliando rotta, risalì il fiume Temo sino a sos messalzos de Silva Manna dove si fermò e fondò il villaggio di Montresta, che non a caso ancora oggi festeggia san Cristoforo.

E' però con l'Illuminismo che Terridi da il suo massimo contributo al mondo; Ad alcuni suoi illustri cittadini si devono infatti l'invenzione del cavalletto di bicicletta, dell'autoscontro, dello zucchero filato e del cavallo a dondolo; tutte invenzioni che lanciarono l'umanità verso l'era Moderna.

Ma purtroppo la storia dell'uomo è anche fatta di periodi bui. Lo storico stato di Terridi fu infatti annesso, nel periodo degli imperi coloniali, dal confinante Impero Bosano, lo stesso che proclamando "spezzeremo le reni alla Grecia" conquistò anche la città stato di Montresta.
Privato della sua indipendenza nazionale e della possibilità di sfruttare le sue risorse ambientali e intellettuali l'ex regno di Terridi conobbe un periodo di fame e carestia, di inedia e apatia. L'identità locale, la cultura locale subirono le terribili influenze della popolazione dominante, si diffusero la malaria, la meningite e l'intercalare "ea, eacca!"
Sfiduciati e demotivati i cittadini di Terridi da meres diventarono theracos o preitosos; le poche insurrezioni popolari che si registrano in questi anni sono state del tutto ininfluenti o represse subitaneamente nel sangue.

Ma negli anni novanta succede qualcosa. Un erborista locale, stimato per le sue creme miracolose, col tempo riesce a restituire dignità al vecchio borgo marinaro. Crea indotto grazie all'esportazione dei suoi prodotti, finanzia le attività culturali, fonda università e istituti di ricerca, riporta la fiducia negli abitanti, e con la fiducia crescono la coscienza e l'orgoglio nazionali.
Crea un esercito, perpara i giovani all'arte della guerra, dona loro fionde, taeddhas de figu moriscu, cerbottane, borsones de cadenas, fucili mitragliatori e le terribili briosce a balca frimma.
Iniziano così le incursioni contro la centralità Bosana. Passando da sa Codina Manna i militi di Terridi iniziano ad attaccare i centri del potere bosano, attraverso Sa Molina sbarrano l'accesso al mare dei Bosani, a Cibuddhita creano postazioni di contraerea.
Sono anni durissimi, gli scontri non risparmiarono nessuno, migliaia furono i morti e migliaia furono i denti persi. Ma alla fine, dopo sette anni, il Comune di Bosa, ormai assediato, deve accettare l'ultimatum, Terridi è libera, Terrìdi è indipendente.

E' il 30 febbraio 2006, viene fondata la libera repubblica di Terridi!